PROGETTI >> REALIZZATI
STRUTTURA POLIFUNZIONALE
PROGETTISTA: ALDO ANTONIO BRUNO
- Anno: : 2012
- Categoria: : Altro
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DESCRIZIONE: L’archeologia tecnologica come continuità della rappresentazione è il tema di fondo affrontato in questo lavoro, nel quale la tecnologia è intesa...
L’archeologia tecnologica come continuità della rappresentazione è il tema di fondo affrontato in questo lavoro, nel quale la tecnologia è intesa come “costruzione tecnica di una memoria”. L’archeologia scaturisce così, non come revival, ma come modo di pensare alla forma di continuità con l’antico.Questo lavoro ha un impianto “organico” ed il suo “tessuto” in mimesi con il preesistente, coll’interpretare la vocazione morfologica del luogo in relazione alla natura orografica e la capacità di gravitare su elementi gerarchicamente emergenti quale il castello medioevale con la torre circolare, la piazza principale di Barrea con la magnifica pavimentazione a disegni geometrici, la chiesa parrocchiale e la sede municipale.I volumi si presentano come un insieme di “contenitori” relazionati a un complesso sistema di percorsi e la loro forma esterna è da considerarsi l’ultimo “irraggiamento” delle funzioni interne.La struttura esterna si articola su fasce orizzontali, sempre più leggere salendo verso l’alto.Mentre la prima fascia di pietre è costituita da bugnato ( fondazioni che affiorano ), la seconda è invece costituita da pietre disposte a listari sovrapposti (tipo murazioni medioevali) e l’ultima da materiali leggeri in ferro e vetro con le coperture in lamiera grecata ( opera di ingegneria dell’ ‘800).La struttura interna è quindi in calcestruzzo, ed organizza le funzioni in “strade” e “gallerie” sovrapposte che dilatandosi danno ospitalità alle funzioni. L’interno, così organizzato, si presenta come elemento di sorpresa e gli spazi sono articolati in modo da presentarsi sempre in maniera “inattesa” nella loro fruizione.Non minore importanza assume poi la particolarità del luogo che presenta rocce affioranti modellate a mo’ di scale e scalette oppure affioranti come basamento parziale delle costruzioni.
Questa particolarità non può non richiamare alla mente i disegni dell’ “Architecture civile” di Lequeu: alberi e siepi che diventano muri, fontane, archi, timpani e frontoni.
Architettura cioè fatta di natura, di rocce e arbusti; natura fatta di finte architetture.
Infine in questo lavoro c’è la tensione di evocare le architetture della “classicità” come fossero parte di un patrimonio realmente nostro anche perduto.