PROGETTI >> REALIZZATI
L’ARCHIVOLTO EVENTS
PROGETTISTA: Simone Micheli
- Year:: 2010
- Category:: OFFICE / WORK / CONTRACT
- Customer:: L’ARCHIVOLTO
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DESCRIZIONE: Fin dall’ingresso del nuovo spazio espositivo appare chiara la volontà di proiettare il metropolitano fruitore in
una dimensione immaginifica...
Fin dall’ingresso del nuovo spazio espositivo appare chiara la volontà di proiettare il metropolitano fruitore in
una dimensione immaginifica decisamente rivolta verso il futuro. Ne è emblema la porta che ci attende nel
momento in cui decidiamo di varcare la soglia che ci separa dall’interno. Un piano in solid surface, intagliato
come il vano di accesso di un’astronave, termina sul lato alto con una deformazione della superficie, risucchiata
verso l’interno come da un’anomalia spazio-temporale, una sorta di buco nero che, anziché assorbire col suo
immenso potere gravitazionale la luce, emette un bagliore lontano, in continua mutazione cromatica che pare
provenire da una misteriosa dimensione altra. La porta, la cui maniglia è una lunga incisione verticale sul piano
immacolato, attraverso un’asola in vetro, parallela al taglio della maniglia ma posta in posizione asimmetrica
rispetto a essa, ci lascia intravedere l’interno. Al centro, tra le due fessure verticali, un’incisione in basso rilievo,
“L’Archivolto Events + Edizioni L’Archivolto”, elegante e discreta. Una soluzione essenziale, questa della porta,
o meglio del varco d’ingresso, che preannuncia la narrazione degli spazi interni, una soluzione di estrema pulizia
e chiarezza formale senza però la rinuncia all’espressività plastica della materia. Il progetto d’interni affronta la
sempre accesa problematica del rapporto spazio espositivo/opera esposta, risolvendola con delicato equilibrio.
L’architettura degli interni non si pone in modo predominante e non assume mai il ruolo di protagonista assoluta
dello spazio ma al contempo non manca di caratterizzarlo fortemente e di creare episodi capaci di interagire
ed esaltare le opere da accogliere. Una volta all’interno della sala d’ingresso ci troviamo immersi in un morbido
mondo candido, fatto di pareti sinuose in solid surface Staron® che si generano dalle scale di discesa alla
galleria espositiva vera e propria per diventare matrice dello spazio architettonico, prima, rivestimento perimetrale
fluido dell’intera sala, poi. Una porta che pare intagliata al laser, quasi a scomparsa, nel niveo setto posto
frontalmente all’ingresso, rivela con discrezione l’accesso ai locali degli uffici direzionali. Un grande monitor
LCD, incorniciato asimmetricamente da un passepartout in specchio, arricchisce l’esperienza sinestetica dello
spazio già amplificata dal variare della luce, proiettata dal LED rgb cambiacolore posto nell’estradosso di quella
deformazione superficiale, esternamente concava, che internamente genera una lingua, una protuberanza
organica che si protende plasticamente verso il centro dello spazio. La superficie lunare del pavimento dai
morbidi riflessi, senza tagli né fughe, ottenuto con la stesura di uno strato di malta di cemento e resina, scorre
fluida, sale sulle pareti lasciate scoperte dal rivestimento in solid surface, scende lungo le scale per coprire,
nella sua totalità, il pavimento della galleria e quello dei locali accessori adiacenti. Il grande salone espositivo
seminterrato, le cui pareti sono completamente rivestite in solid-surface, è uno spazio interattivo, in grado di
stimolare le capacità sensoriali dei fruitori ed esaltarne le qualità ricettive. Metropolitani arabeschi fluidi, forme
digitali mutuate dalle geometrie dei circuiti stampati, realizzati sempre in solid surface, si rincorrono sul soffitto,
e sottolineati da luci lineari LED rgb cambiacolore che ne seguono il profilo, scendono sulle pareti aprendo su di
esse asole, morbide, profonde, sinuose, progettate per accogliere opere e creazioni su piani in vetro, illuminate
da LED, disposti sui fianchi delle nicchie espositive. Sulla parete opposta, ritmata dalle aperture finestrate a filo
strada ridisegnate dal rivestimento in solid surface, si alternano monitor LCD incassati nella parete capaci, con
il loro contenuto mediatico, di sprizzare luci, colori, immagini, in rapida successione, e ulteriori vetrine, destinate
alle mostre temporanee, ricavate sempre con un’operazione di svuotamento della materia, di scavo della parete
in solid surface. Le finestre, che sul lato corto del salone si aprono direttamente su via Marsala, diventano esse
stesse ulteriori vetrine per l’esposizione di prodotti o di opere d’arte visibili, in questo modo, sia dall’interno, sia
dall’esterno. Tre pilastri esistenti di sezione quadrata in calcestruzzo, rivestiti in specchio secondo la geometria
tridimensionale di un prisma irregolare e sfaccettato, scomposto in superfici triangolari sghembe, diventano tre
totemici macro concrezioni cristalline riflettenti, capaci di frammentare lo spazio circostante, di destrutturarlo per
poi ricomporlo, seguendo quasi un procedimento cubista, in un’unica visione unitaria, onirica e caleidoscopica.
I faretti alogeni orientabili, a scomparsa nel soffitto, con fascio luminoso molto stretto, generano un’illuminazione
mirata e attenta ma mai scontata. Teatrali fasci di luce danno vita a suggestioni ed emozioni, fanno vibrare la
materia, la rendono viva e pulsante, drammatizzano ed esaltano le opere esposte, le pareti, le caleidoscopiche
colonne. Attraverso le suggestioni cromatiche delle luci, le presentazioni video, le candide, vergini, lisce superfici
parietali, le mille sfaccettature e suggestioni di riflessi anticonvenzionali, L’Archivolto Events diviene uno spazio
dove celebrare una storia d’architettura e d’intelligenza: diviene un luogo d’incontro, di confronto e d’espressione
artistica e culturale. Ogni singolo gesto progettuale è teso a generare una percezione unica e straordinaria di
uno spazio all’interno del quale raccontare una storia connessa al presente-futuro, sospesa tra l’architettura, la
moda, il design, la cultura e le umane arti. L’intero intervento crea una forte interazione tra un contenitore capace
di esprimere forte contemporaneità e di divenire catalizzatore d’attenzione per chi è desideroso di appropriarsi
emozionalmente e fisicamente di un frammento architettonico di futuro, e le opere contenute, i sogni espressi da
infinite intelligenze, legate alla dimensione di un rinnovato fare.