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PROGETTI >> REALIZZATI

TESECO TRIESTE

TESECO TRIESTE

PROGETTISTA: Maurizio Bradaschia

  • Anno: : 2010
  • Categoria: : UFFICIO / LAVORO / CONTRACT
  • Committente: : Teseco Spa
  • Visto: 1362 VOLTE
DESCRIZIONE: Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di trattamento e bonifica di terreni contaminati in un’area industriale dismessa e da recuperare...
Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di trattamento e bonifica di terreni contaminati in un’area industriale dismessa e da recuperare in Valle delle Noghere a Muggia, in Provincia di Trieste. Nello specifico è prevista la realizzazione di un nuovo impianto dedicato sia al trattamento dei terreni situati in loco, che dei terreni circostanti (ubicati all’interno del Sito di Bonifica di Interesse Nazionale – D.Lgs. 471/99) nell’area dismessa e/o in dismissione, sede in precedenza della raffineria ex Aquila Spa. All’interno dell’impianto è previsto lo stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, la riduzione volumetrica di contenitori e imballaggi di rifiuti speciali, il trattamento chimico-fisico di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, il lavaggio di terreni contaminati, l’inertizzazione di fanghi e polveri e la decontaminazione di parti di impianti termici contenenti amianto. Il progetto prevede la complessiva risistemazione dell’area con la demolizione delle strutture irrecuperabili e la realizzazione di un nuovo impianto della dimensione di circa 46.000 mq, di cui 16.550 coperti da fabbricati, tettoie e pensiline. Nella progettazione dei singoli impianti, si è cercato di utilizzare la migliore tecnologia disponibile, con l’obiettivo di mettere a punto impianti quanto più all’avanguardia ed automatizzati possibile, nei limiti imposti dalla necessità di trattare tipologie molto differenziate di rifiuti. L’architettura individuata vuole porsi come veicolo di trasmissione formale di questi obiettivi, enfatizzando, attraverso un uso congruente dei materiali, l’alta tecnologia ospitata e l’efficienza dell’impianto. Massima attenzione è stata posta nella minimizzazione dell’impatto ambientale, sia dal punto di vista dei processi, come nella scelta delle forme e dei materiali, dei cromatismi, dell’uso del verde, progettato sia nella sua funzione di filtro, di barriera, che in quella decorativa e di elemento di coesione tra l’area di progetto e il contesto. Particolare attenzione è stata posta anche nella scelta delle essenze arboree, scelte sulla base della loro capacità di isolare il rumore e di creare una barriera anche visiva caratterizzata da una marcata policromia: Magnolia grandiflora, essenza caratterizzata da fogliame persistente e in grado, pertanto, di assicurare un isolamento acustico ed estetico percettivo costante durante l’intero arco dell’anno, e Prunus cerasifera, essenza caratterizzata da un fogliame di colore purpureo, a dinamicizzare ed arricchire le aree verdi. Planimetricamente, è stato individuato un disegno geometricamente rigoroso, a riprendere, senza negarla, la natura industriale dell’insediamento. Gli edifici, di matrice dichiaratamente industriale, sono caratterizzati anch’essi da policromia e leggerezza ottenuta con l’utilizzo in grande quantità di elementi trasparenti (vetro e policarbonato), e di strutture metalliche. In sintesi, il progetto prevede: - la realizzazione di una barriera arborea di media altezza e di relativa fascia di rispetto a verde lungo la linea perimetrale di tutto l’impianto; - la realizzazione di una recinzione dell’intera area di pertinenza dell’impianto; - la sistemazione dell’esistente area a piazzale di sosta automezzi in ingresso stabilimento e installazione di pesa a ponte; e quindi, entrando: - un’area stoccaggio provvisorio rifiuti in colli e cassoni inglobata in una struttura mista aperta/chiusa, dove una copertura di ampie dimensioni, dotata di lucernari, consente l’illuminazione diretta. L’edificio/tettoia è impostato su una struttura metallica tamponata (per le aree chiuse) da pannelli leggeri e traslucidi che si pongono come filtro tra l’esterno e l’interno. Lo stoccaggio è distinto in due aree, la prima in locale prefabbricato (40 m x 70 m) destinata al deposito di cassoni scarrabili e di materiali in colli, la seconda all’esterno sotto tettoia (25 m x 20 m), per il deposito in colli dei rifiuti infiammabili. Il fabbricato è suddiviso in due settori con platee impermeabilizzate in cls e canalette di raccolta dei colaticci e delle acque di lavaggio di risulta dalle operazioni di carico/scarico, ricondizionamento e movimentazione rifiuti; - una doppia area di stoccaggio provvisorio terreni, fanghi e polveri tra le quali sono collocate l’area di inertizzazione fanghi e polveri e l’area lavaggio terreni contaminati, è posta di fronte all’area stoccaggio provvisorio rifiuti. Si tratta, in questo caso, di manufatti costituiti da aree suddivise in baie in cls confinate su tre lati e ricoperte da una doppia tettoia inclinata impostata su struttura metallica. Sui lati perimetrali delle baie in cls è riportata la scritta Teseco. - l’area di inertizzazione fanghi e polveri e l’area lavaggio terreni contaminati è costituita da un edificio impostato similmente a quello dell’area stoccaggio rifiuti speciali: una struttura mista aperta/chiusa, è dotata da una copertura di ampie dimensioni, dotata di lucernari, che consente anche in questo caso l’illuminazione diretta. L’edificio/tettoia è impostato su una struttura metallica tamponata (per le aree chiuse) da pannelli leggeri e traslucidi che si pongono come filtro tra l’esterno e l’interno. - dietro l’area stoccaggio rifiuti speciali è ubicata l’area di biorimediazione terreni contaminati (biopila) , costituita da una tettoia (60 x 80 m) con struttura portante in carpenteria metallica e copertura in pannelli coibentati. - in fondo all’area complessiva dell’impianto trovano collocazione, a destra, l’area modulo biologico, a sinistra l’area trattamento chimico fisica. La prima è costituita da elementi elementi prefabbricati per la disidratazione dei fanghi di supero del modulo biologico e dei fanghi da chimico fisico; fa parte dell’area anche il sistema di trattamento finale di deodorizzazione. Le vasche fuori terra che caratterizzano quest’area sono immerse nel verde che ne attenua l’impatto sull’intorno. L’area di trattamento chimico fisica completa l’impianto nella porzione a sud ovest del lotto, in zona adiacente alla sezione di lavaggio terreni. L’area è in parte coperta da una tettoia (24 m x 23 m) impostata su struttura in carpenteria metallica. La zona scoperta è occupata da bacini di contenimento, in cls, dei serbatoi di stoccaggio in acque reflue (35 m x 12 m), “legati” da un telaio metallico che conferisce unitarietà all’impianto. Una parete metallica grigliata scherma l’impianto verso il perimetro sud. L’impianto, nella sua globalità, non supera l’altezza di 9 ml. Le forme, i colori, le textures dei paramenti, ricercano al tempo stesso l’integrazione con il contesto, l’esplicitazione delle funzioni insediate e un’immagine di grande efficienza e “avanzata” tecnologia.



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