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Thonet e il legno curvato

Un classico intramontabile

Storia del legno massello curvato 

Il materiale ideato dal visionario Michael Thonet due secoli fa mantiene inalterata la sua contemporaneità

Il legno, per essere piegato, deve essere “raggirato” o meglio, è necessario domare due delle sue componenti principali: la cellulosache conferisce al legno resistenza alla trazione e la lignina che invece è all’origine della resistenza alla pressione. Per poter lavorare il materiale naturale, occorre dunque ammorbidire la cellulosa e la lignina perché, altrimenti, il legno si romperebbe. Il trucco? Il legno viene saturato di vapore acqueo sotto pressione. In questo modo la cellulosa diventa più elastica e la lignina morbida: il legno, diventato duttile, abbandona ogni resistenza e si lascia piegare nella direzione delle fibre e, una volta asciugato, torna a essere esattamente stabile e resistente come prima, ma con la nuova forma. Nel XIX° secolo, quando Michael Thonet sperimentava le tecniche di curvatura del legno, non era certo un segreto che il materiale naturale potesse essere deformato con l’azione del calore e dell’umidità. Già le grandi civiltà dell’antichità avevano fatto uso di questa tecnica, per esempio nella costruzione di navi. Tuttavia, la curvatura del legno massello sviluppata dall’ebanista rappresentò una scoperta rivoluzionaria

Una pratica apparentemente semplice, ma in realtà una vera e propria rivoluzione che consentì a Michael Thonet e ai suoi cinque figli di modificare profondamente il modo di produrre mobili. Grazie a questa tecnica brevettata non era più necessario commissionare a ebanisti esperti la realizzazione complessa di singoli pezzi o piccoli quantitativi, ma era possibile produrre in serie sedie, poltrone, tavoli, sgabelli e mobili di piccole dimensioni: maestranze opportunamente addestrate lavoravano nelle fabbriche Thonet dove si applicava la divisione del lavoro e si usavano le macchine. I Thonet furono, infatti, i primi a operare una produzione su scala industriale e, grazie alla convenienza dei loro mobili e a canali di distribuzione innovativi, riuscirono a sbaragliare la concorrenza e a conquistare i mercati di tutto il mondo. L’emblema di questa rivoluzione è, senza ombra di dubbio, la sedia n. 14oggi 214, realizzata in milioni di esemplari: questa icona che si caratterizza per le eleganti parti di faggio curvato è menzionata in ogni trattato di storia del mobile che si rispetti.

I tempi di gestazione, tuttavia, sono stati lunghi prima che la rivoluzione prendesse davvero piede. Perché, anche se le conoscenze sulla deformabilità del legno erano acquisite, la loro applicazione era limitata, per non parlare di una produzione su larga scala. Sin dagli anni ‘30 del XIX° secolo, Michael Thonet sperimenta, dunque, prima a Boppard sul Reno e poi a Vienna la curvatura e l’impiallacciatura di listelli di legno. I listelli venivano prima cotti nella colla, poi incollati in maniera stratiforme a formare dei paniforti i quali, dopo essere stati inseriti a forza negli stampi, venivano poi tagliati orizzontalmente e impiallacciati per dare vita ai fianchi e allo schienale della sua “sedia Boppard”. Questa tecnica di incollare a strati le strisce di legno si prestava molto bene alla realizzazione di pezzi standardizzati dalle stravaganti forme ricurve. Altri ebanisti avevano già utilizzato, all’inizio del XIX° secolo, tecniche simili, tutte però presentavano alcuni limiti. La colla ottenuta con la pelle o le ossa animali, per esempio, non era sufficientemente resistente all’umidità e infatti l’esportazione di sedie realizzate con listelli di legno incollati fallì a causa del clima umido presente nella stiva delle navi usate per il trasporto. 

È solo con l’uso del legno massello che Michael Thonet riesce a trasformare in realtà il suo desiderio visionario di una produzione di mobili su scala industriale. Elimina le fasi di produzione complesse quali l’incollaggio o l’impiallacciatura successiva e reinventa completamente la tecnica di curvatura del legno, ancora oggi invariata. Il legno, dopo essere stato lavorato al tornio, viene immesso in una autoclave sotto l’azione del vapore acqueo per essere ammorbidito. A questo punto, ed è questa l’innovazione decisiva, viene fissato un nastro metallico che, durante la curvatura, assorbe la forza di trazione esercitata sul legno. Senza questo nastro il legno si romperebbe. Il pezzo così preparato viene poi curvato a forza da due persone all’interno di apposite sagome. Se la tecnica era già perfezionata a metà del XIX° secolo, i Thonet continuarono a migliorare il metodo di costruzione di sedie e poltrone, per esempio sostituendo i complessi giunti incollati con viti fino a realizzare tutte le parti della sedia (con l’unica eccezione della seduta in massello di faggio curvato), e aggiungendo un anello che conferisce stabilità alle gambe del mobile.

La tecnologia sviluppata da Michael Thonet si è rivelata estremamente flessibile: gli elementi di base ovvero pezzi di legno di faggio di diversa lunghezza, dritti o curvati consentivano di creare non solo innumerevoli sedie e poltrone diverse, ma anche sedie a dondolo, piedi di tavoli, guardaroba e, addirittura, slitte, culle o lampade. Un altro vantaggio dei mobili in legno curvato è che, pur essendo realizzati in massello, sono leggeri e, allo stesso tempo, stabili perché la sezione delle barre può essere adattata ai rispettivi carichi: nei punti dove è necessario assorbire una forza maggiore, come per esempio sugli elementi di collegamento delle gambe posteriori e telaio della seduta, le barre di legno hanno uno spessore maggiore rispetto alle parti flessibili e meno sollecitate quali lo schienale. Questa efficienza, ovvero la lavorazione in funzione del materiale e lo sviluppo di pezzi standardizzati ha aperto nuovi orizzonti: con il legno curvato Thonet ha anticipato molti temi del moderno design industriale ed è per questa ragione che la sedia in paglia di Vienna n. 14 viene considerata in assoluto il primo mobile di design. Allo stesso tempo, il legno curvato continua a essere estremamente contemporaneo: è un materiale più gradevole di altri perché rinnovabile, di provenienza regionale e non dannoso alla salute, è confortevole e piacevole al tatto, anche se va sapientemente domato per poter essere piegato a formare anse e sinuose curve.

Ufficio stampa: Ghénos Communication - press@ghenos.net -  +39 02 49595815

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