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Belgium is design presenta Reflections

Milano, dall'8 al 13 aprile

 
Il riflesso o l’immagine speculare è il filo conduttore della rassegna che Belgium is Design - un marchio comune che riunisce diverse istituzioni belghe di promozione del design: Wallonie-Bruxelles Design/Mode, Design Flanders e MAD Brussels - presenta quest’anno alla Triennale di Milano. Il tema delle ‘Riflessioni’ propone una selezione di specchi ma anche di altri oggetti domestici in vetro e metalli lucidati sui cui si riflettono la luce e le immagini speculari. 
 
 
Una delle ragioni di questa scelta curatoriale nasce a seguito del recente anniversario dell’invenzione del primo sistema meccanico per la produzione del vetro. La tiratura meccanica verticale del vetro risale, infatti, al 1903 per opera degli ingegneri belgi Emile Fourcault ed Emile Gobbe. Questa tecnica indusse un’inversione totale nelle tecniche di fabbricazione del vetro e aprì la strada alla produzione industriale di questo materiale dopo la Prima guerra mondiale. Tale invenzione è un importante capitolo della rivoluzione industriale in Belgio, dove l’industria del vetro si profilò come un settore economico particolarmente fiorente, tanto da fare di questo paese il più grande esportatore mondiale di vetro per finestre e uno dei più importanti produttor i di vetro levigato. Il Belgio svolge ancora un ruolo di rilievo nella produzione, lavorazione e distribuzione del vetro.
 
 
Questa mostra è un omaggio ai fondatori dell’industrializzazione del vetro piano e, di conseguenza, alle aziende e ai designer che ancora oggi conferiscono a tale settore un prestigio particolare. Reflections è uno sguardo allargato sul design degli specchi in vetro piano e di altri oggetti prodotti con materiali riflettenti, come il vetro trasparente o il metallo lucidato o semplicemente rivestiti con patine metalliche. 
In Reflections, gli specchi giocano con l’immagine e il suo doppio e gli oggetti con i riflessi di luce. Ben lungi dal limitarsi a una semplice forma in vetro piano con o senza cornice, questi oggetti sono per la maggior parte progettati da designer belgi per aziende specializzate belghe, o prodotti in edizione limitata o autoprodotti, mentre altri provengono dalle collezioni di aziende straniere. Fondata nel 1946, Deknudt Mirrors è una delle aziende leader nella produzione di vetro a specchio di questo paese. Più di recente, la società affiliata Reflect + sviluppa da qualche anno una collezione più esclusiva in stretta collaborazione con designer come Bart Lens, Jean-François D’Or e Stefan Schöning. Anche le aziende più piccole annoverano uno o più specchi nelle loro collezioni, come Linadura con Mathias van de Walle, Objekten con Sylvain Willenz, Valerie Traan con Diane Steverlynck. Altri designer hanno collaborato con aziende straniere, come Marina Bautier per Ligne Roset e Xavier Lust per FIAM Italia. E infine, Michaël Bihain, Linde Hermans, Bieke & Patrick Hoet e Nathalie Dewez hanno creato prototipi destinati alla produzione industriale o all’autoproduzione. 
Alcuni specchi presentati in mostra sono caratterizzati da funzioni supplementari, servendo per esempio come appendiabiti (Aller-Retour ), o per contenere oggetti o documenti (Maarten De Ceulaer), o per appoggiare lettere, portachiavi, cappello e guanti (Marina Bautier). 
 
 
Lo specchio di Damien Gernay ci fa fare un passo indietro nel tempo, ricordandoci lo stagno dove Narciso usava specchiarsi. E questa figura mitologica prende vita con una delle ultime collezioni della Delvaux, il classico Brillant - Le Rêve, completamente realizzato in vetro a specchio. 
Ma ci sono anche coloro che non apprezzano la propria immagine speculare, come fosse un affronto da parte dell’amara realtà. Così Danny Venlet , che è anche l’autore della scenografia di Reflections, ha progettato insieme a AGC Glass Europe una superficie riflettente che contiene dei fori da cui fuoriesce la luce, in modo da generare un’immagine frammentata.
All’interno della seconda categoria di oggetti presentati nella mostra, il riflesso o l’immagine specchiata sono di secondaria importanza poiché si tratta di prodotti sviluppati con un’altra destinazione d’uso. È il caso del piatto da servizio a doppio fondo Calda/ freddo di Leo Aerts per Alinea, realizzato in argento puro, materiale che assicura la più alta conducibilità termica, in modo da conservare la giusta temperatura - calda o fredda - dei cibi contenuti. L’argento è stato lucidato al fine di ottenere una perfetta superficie specchiante.
 
 
Più il metallo è lucidato, più la luce viene assorbita, generando di conseguenza un forte riflesso. Come nell’ingegnoso Dodecaedro romboidale trasformabile di Xavier De Clippeleir in grado di attribuire un movimento agli oggetti (per esempio una lampada); o le maniglie per porte di Jean-François D’Or per Vervloet ; la lampada monumentale Coiling Light di Marie Gobert ; il tavolino in vetro Twin di Stefan Schöning per FIAM Italia; il servizio da tavola Hollowware di Nedda El -Asmar per Eternum e lo straordinario bruciatore di incenso Mabkhara per Zeri Crafts; la lampada da angolo della collezione Contrast di Julien Carretero per Victor Hunt ; o l’applique disegnata da Jules Wabbes e prodotta da Wever & Ducré per Jules Wabbes Editions 2010; la lampada The Big Bubble in vetro soffiato di Dark; e la collezione Linked di Michaël Bihain, dove l’acqua all’interno dei contenitori in vetro genera riflessi supplementari. 
 
 
Ann Van Hoey ha optato invece per la brillantezza della vernice per auto per la finitura delle sue ciotole in ceramica. Decisamente anticonvenzionali sono i tessuti cangianti di Luc Druez i cui fili riflettenti emanano luce nello spazio circostante. Grazie alle caratteristiche riflettenti di svariati materiali si instaura un dialogo con l’utente, lo spettatore e l’ambiente. Le superfici sembrano prender vita a contatto con la luce. Questi oggetti testimoniano una ricerca progettuale di alto livello, nella loro atemporalità formale e nel la loro sobrietà, nelle finiture e per la loro facilità d’uso. Tra questi vi sono novità assolute ma anche oggetti che sono sul mercato da dieci anni o più e che resistono al trascorrere del tempo. La selezione è stata operata contro qualsiasi logica di mode effimere e di tendenze passeggere, fondandosi piuttosto sulla carica empatica di tali oggetti e sulle emozioni suscitate in coloro che li osservano, esprimendo così un chiaro appello a favore del design sostenibile. 
 
 
 
 
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